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Yoga for readers: diventare Ent con Vrksasana

28 Maggio 2018

Ho iniziato la mia pratica yoga due anni fa. Ricordo ancora chiaramente cosa dissi chiacchierando per la prima volta sul perché avessi scelto proprio di fare yoga. La risposta fu che dovevo migliorare il mio equilibrio. Non solo mentale, ma anche fisico. Era un periodo di forti cambiamenti su ogni fronte di vita e mi sembrava di non essere “in bolla”: sbattevo contro ogni spigolo disponibile, inciampavo in qualunque oggetto in mezzo ad un percorso. L’equilibrio e il radicamento sono, per me, uno dei risultati più difficili da raggiungere e in quest’ambito una delle asana che cerco costantemente di migliorare è Vrksasana, altrimenti conosciuta come “l’albero” (da Vrksa “albero” in sanscrito).
L’albero è simbolo della vita: affonda le radici nella terra mentre il suo tronco sale dritto verso il cielo come la nostra spina dorsale. I nostri piedi sono le radici, la colonna vertebrale il tronco e le braccia e le mani sono i rami e le foglie nell’aria.

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Per entrare in posizione ci si mette sul tappetino in Tadasana. Si inizia spostando gradatamente il peso sul piede sinistro, allargando bene le dita dei piedi per stabilizzare il punto d’appoggio. Una volta che si è ben radicati si piega il ginocchio destro e con la mano destra si afferra la caviglia. In base al proprio livello di esperienza e di equilibrio si può posizionare il piede o contro il polpaccio oppure all’interno della coscia. È molto importante non appoggiare il piede contro il ginocchio per evitare danni all’articolazione. Il piede deve premere leggermente contro la coscia (o contro il polpaccio) il modo da dover fare resistenza con la gamba sinistra e aumentare l’equilibrio, senza cedere spostando l’anca di lato.

Le mani possono essere con i palmi uniti ad altezza del petto, oppure con le braccia tese sopra la testa, incrociando le mani con gli indici che puntano verso l’altro. Lo sguardo è fisso su un punto preciso di fronte a sé o a terra.

Per uscire dalla posizione si riabbassano le mani, si fa scendere il piede a terra e si torna in Tadasana, pronti a ripetere la posizione sulla gamba destra. Vrksana è una posizione polare, va quindi eseguita per la stessa durata su entrambi i lati

Vrksana corregge le posizioni scorrette della schiena, migliorando la postura. Aumenta gradualmente l’equilibrio sia fisico che psico-emotivo, aiuta a tenere a bada l’ansia, lo stress e la tensione nervosa. Tonifica i muscoli delle gambe e della colonna vertebrale, l’apparato respiratorio e massaggia lievemente il cuore. Rende elastiche le articolazioni dell’anca e del ginocchio. Se si soffre di pressione troppo alta è sconsigliato sollevare la mani sopra la testa.

La primissima volta in cui ho provato l’asana sono successe due cose: la prima, è che ho perso l’equilibrio dopo un respiro. La seconda è che nello spazio di quel respiro ho pensato: sono un Ent. La forma mentis di una nerd non si cambia e non si cancella. Per chi fosse, incomprensibilmente, digiuno della conoscenza di questa parola sappiate che un Ent è una creatura scaturita dalla mente di J.R.R. Tolkien e messa in luce nella trilogia de Il Signore degli Anelli.

 

Aveva il fisico di un Uomo, quasi di un Vagabondo, alto però più del doppio, molto robusto, con una lunga testa, e quasi senza collo. Sarebbe stato difficile dire se ciò che lo ricopriva fosse una specie di corteccia verde e grigia, o la sua stessa pelle. Comunque le braccia, a breve distanza dal tronco, non erano avvizzite, ma lisce e brune. I grandi piedi avevano sette dita l’uno. La parte inferiore del lungo viso era nascosta da una vigorosa barba grigia, folta, dalle radici grosse come ramoscelli e le punte fini e muscose. Ma sulle prime gli Hobbit notarono soltanto gli occhi. Occhi profondi che li osservavano, lenti e solenni, ma molto penetranti. Erano marroni, picchiettati di luci verdi.

Così appare il primo Ent, Barbalbero, agli occhi degli Hobbit, Merry e Pipino. Un Ent è un pastore di alberi. Fisicamente simile ad un albero, gode di lunghissima vita, parla e ragiona lentamente e, pur essendo dotato di una forza fisica notevole, non è una creatura da battaglia. Il suo compito è controllare e gestire la vecchissima foresta di Fangorn ed evitare che alberi malvagi prendano il sopravvento. Gli Ent, ormai privi della loro controparte femminile le Entesse, non hanno la possibilità di avere nuovi bambini e sono quindi destinati all’estinzione. Molti di loro, all’epoca della saga, sono ormai addormentati, radicati nel terreno e ormai alberi in tutto e per tutto.

Gli Ent mantengono equilibrio nella natura, sia nella gestione degli alberi malvagi, gli Ucorni, sia nella lotta contro l’industrializzazione crudele voluta dallo stregone Saruman. In grado di passare dai più lenti ragionamenti ad una fase guerriera e violenta, gli Ent sono personificazione della forza della Natura che sarebbe in grado di distruggerci in un baleno se solo ci muovesse guerra.
Essere un Ent, e praticare Vrksasana, vuol dire cercare l’equilibrio. Rallentare e concentrare i propri pensieri, riuscire a mediare, ricordarsi di essere ben radicati a terra, ma di puntare anche verso il cielo. E, se posso dare un consiglio a tutti i nerd yoghini, non leggete in questa posizione con il volume completo della trilogia tra le mani. Se non volete perdere l’equilibrio dopo pochi istanti, optate per i tre volumi singoli.


Giulia Pretta

Una mangiatrice di libri e di buon cibo. Un'indossatrice di classici e di dettagli vintage. Incarnante di ogni clichè.

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