marichyasana yoga for readers

Yoga for readers: guardarsi intorno con Marichyasana

22 Dicembre 2018

Con l’arrivo improvviso del freddo è tempo dei primi acciacchi. Per la prima volta in vita mia ho dovuto fare i conti con la cervicale che, oltre a essere dolorosa in ogni momento di sonno e di veglia, mi impediva di girare liberamente il collo e muovere le spalle. È stata un’esperienza in qualche modo formativa perché fino a ora avevo sempre dato per scontato la visione periferica. Poter vedere le cose solo frontalmente ci priva della comprensione generale. I limiti del non poter guardare tutto da ogni angolazione sono evidenti sia a livello fisico (quando anche attraversare la strada diventa un’impresa), sia a livello conoscitivo. Veniamo privati di informazioni che possono compromettere il nostro giudizio. Per lo yoga di questo mese mi sono quindi dedicata alle torsioni, in maniera dolce e senza forzare troppo e ho trovato una buona posizione in Marichyasana.

marichyasana yoga for readers

Il nome viene dal saggio Marichi, figlio di Brahma , il cui nome in sanscrito significa “raggio di luce”, ovvero colui che porta la conoscenza.

Per entrare in posizione si parte da seduti in Dandasana, mantenendo la gamba sinistra distesa, pieghiamo il ginocchio destro e scavalchiamo col piede destro portandolo completamente a terra aldilà della gamba.

La gamba sinistra resta tesa in avanti con il piede a martello. In questo modo la spina dorsale resterà ben dritta. Con l’espiro ruotate il busto verso destra e portate il braccio sinistro oltre la gamba destra e tenendo il braccio ad angolo retto appoggiatelo all’esterno del ginocchio destro.

La mano destra poggia a terra posizionandosi verso il centro della schiena, con le dita rivolte all’esterno, sostenendo la schiena.

La gamba sinistra resta tesa e appoggiata a terra con il piede a martello; se vogliamo intensificare si può piegare la gamba sinistra portando il tallone all’esterno del gluteo destro.

Girate la testa verso destra per completare la torsione. A ogni inspiro aumentare l’allungamento della spina dorsale verso l’alto e all’espiro aumentate la torsione. Potete restare in posizione per 30 secondi o un minuto e poi ripetete dalla parte opposta.

Nella mitologia indiana, il saggio Marichi è considerato un discendente del Sole. Il sole è la fonte di luce, calore ed energia da cui dipende l’esistenza di ogni essere vivente. Marichyasana ci connette a questo potere riscaldandoci dal nostro centro solare (lo stomaco e l’apparato digerente), che fornisce sostanze nutritive vitali a ogni cellula del corpo. Sul piano energetico, il plesso solare è associato al chakra Manipura, il centro della forza di volontà. Le posizioni di torsione danno lo slancio interiore necessario per affrontare le sfide della vita con più vitalità e forza di volontà.

Utile in caso di costipazione, dolori mestruali, mal di schiena e dolore al nervo sciatico. Aiuta a sciogliere le spalle, massaggia gli organi addominali e dona sollievo in caso di mal di schiena e dolori alle anche. Da evitare in caso di seri problemi alla spina dorsale, mal di testa e problemi di pressione.

Per aiutare a guardarsi intorno e cogliere quante più sfaccettature possibili della realtà che ci circonda, unito a quest’asana, può essere d’aiuto leggere Autonauti della cosmostrada. Un viaggio atemporale Parigi-Marsiglia di Julio Cortàzar e Carole Dunlop.

Le zone di riposo diventano infinitamente più importanti del nastro bianco teso su uno spazio che divora l’automobilista che lo sta divorando.

Nel maggio del 1982 il creatore di Cronopios e Famas e la moglie (teneramente chiamata “l’Orsetta”) a cavallo dell’implacabile furgone Volkswagen Fafner si imbarcano in un viaggio: Parigi- Marsiglia. Bella forza, viene da dire: il percorso si copre comodamente in circa sette ore, stando a Maps. Loro però si pongono due regole: la prima, è quella di viaggiare solo in autostrada. La seconda è di fermarsi a ogni area di servizio e documentare tutto quello che trovano, viaggiando quasi a ritmo di una diligenza. Facendo quindi una manciata di chilometri ogni giorno, questi due cavalieri erranti scoprono e rendono magico ogni area di sosta che da non-luoghi si trasformano in posti fatati, esuli dal tempo e dallo spazio.

Storia di una tenerezza e di una rara poesia oltre a raccontare il sodalizio tra questi due scrittori e il loro amore è un elogio della lentezza programmatica. Doversi fermare in ogni area di sosta impone un ritmo a cui non siamo abituati: certo, loro descrivono ogni piazzola come il punto di arrivo e partenza di un’avventura, come porta per conoscenze, pensieri e fantasie, ma adattarsi a questo ritmo non è semplice. Offre però la possibilità di osservare tutto con attenzione, di vedere le cose sotto ogni angolazione, di stirare il collo e di ruotarlo, lentamente, per una visione periferica completa. Un privilegio e una possibilità che spesso ci neghiamo e non riconosciamo più come importante. Cerchiamo di ritrovare il piacere della lenta e minuziosa osservazione e il miracolo di poter girare lo sguardo con consapevolezza e senza dolore. La famosa “visione d’insieme” smetterà di essere un luogo comune e diventerà parte della nostra vita e pratica quotidiana. In torsione, o senza.


Giulia Pretta

Una mangiatrice di libri e di buon cibo. Un'indossatrice di classici e di dettagli vintage. Incarnante di ogni clichè.

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