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Yoga for readers: leggere in barca con Navasana

26 Luglio 2018

Con l’arrivo dell’estate si moltiplicano i luoghi per praticare. Se durante l’inverno si è costretti al chiuso, l’arrivo del caldo e dei viaggi consentono sfondi più suggestivi. Saluti al sole in riva al mare, guerrieri al tramonto, alberi in montagna, shiva danzanti vicino all’acqua. Praticare all’aperto è innegabilmente più coinvolgente: si è in contatto con la natura, si respira meglio, si fissano punti davanti a sé diversi dal solito.
Un’immagine che però meglio di altre rende l’idea delle lunghe e calde giornate estive è quella di una barca che corre leggera sul filo dell’acqua. E cosa c’è di meglio se non leggere in “barca”?

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Navasana (“nava” in sanscrito significa “barca”) prende questo nome perché il corpo assume una posizione che ricorda lo scafo di una barca. Lavora molto sul chakra dell’ombelico, Manipura, in alcune tradizioni è infatti chiamata Naukasana, la posizione dell’ombelico. Attiva energia e forza di volonta?.
Per assumere la posizione della barca, siediti sul tappetino con le gambe distese. Espirando, fletti le ginocchia e poggia la pianta dei piedi a terra, tenendoli leggermente più aperti dei fianchi. Indietreggia leggermente con il busto mantenendo il petto in apertura e le spalle rilassate e portando le braccia distese davanti a te ai lati delle ginocchia.
Questa è la sua versione semplificata e attiva gli addominali per passare alla seconda fase. Solleva un piede alla volta, mantenendo le ginocchia piegate e portando i polpacci paralleli al terreno. Rilassa il collo e se vuoi procedere con la versione più intensa stendi completamente le gambe portando i piedi su di una linea che arriva diretta al tuo sguardo. Mantieni la schiena dritta, il petto aperto come se un filo invisibile tirasse verso l’alto. I piedi sono a martello o distesi in avanti e i glutei devono poggiare bene sulla terra con gli ischi che aderiscono perfettamente sul tappetino. Mantieni la posizione con Ujjai pranayama e quando è il momento di uscire, riporta, con le ginocchia piegate, i piedi a terra, srotolando la schiena fino a sdraiarsi completamente. Raccogli le ginocchia al petto per alcuni respiri rilassando la schiena.
Secondo i testi più antichi dello yoga, Navasana risveglia il fuoco digestivo, rinforza e tonifica gli addominali e le gambe, migliora l’attività di fegato e pancreas, eliminando il grasso a livello addominale e aumentando la circolazione della ghiandola tiroide, della prostata e dei reni. Praticata costantemente, ci porta ad avere una bellissima postura eretta, con il torace in fuori e l’addome in dentro. A livello psichico, migliora l’autostima e la fiducia in se stessi spingendo a guardare sempre dritto senza abbassare mai lo sguardo. Migliora la resistenza durante gli ostacoli della vita e permette di riconoscere la propria forza interiore.
E’ sconsigliata se soffri di ipertensione, problemi cardiaci, asma grave o alterazioni della colonna vertebrale a livello lombare; va praticata con grande attenzione in caso di ernia addominale, gastrite o ulcera gastrica.

Visto che di barche stiamo parlando, tenendo la posizione, si può sfogliare qualche pagina di uno dei più graziosi esempi di umorismo britannico: Tre uomini in barca di Jerome K. Jerome.

Strano davvero il dominio che i nostri organi digestivi esercitano sul nostro intelletto. Non riusciamo a lavorare, non riusciamo a pensare, se il nostro stomaco non vuole. Dopo un paio di uova al lardo ci dice “Lavora!”. Dopo una buona bistecca annaffiata con birra, ci dice “Dormi!”. Dopo una tazza di tè dice al cervello “Ora sorgi e mostra la tua forza. Sii eloquente, profondo e duttile; guarda con occhio limpido e acuto la natura e la vita” […] Dopo una buona dose di pasticcini caldi dice “Sii ottuso e prosaico come un animale dei campo”. E dopo il cognac ingerito in dose sufficiente, dice “Ora avanti, folleggia, sghignazza, barcolla affinché i tuoi simili possano ridere”.

Persino qui c’è un elogio a Manipura. Scherzando, si intende.
Il romanzo, pubblicato nel 1889, racconta le avventure di J., Harris, George e il cane Montomorecy che risalgono il Tamigi in barca. Completamente inadatti a qualunque tipo di attività pratica, scarsamente abili alla vita all’aria aperta, si imbarcano in una serie di gag comiche e divertenti digressioni sulla vita di Londra vista sempre con l’occhio garbatamente scanzonato e umoristico di Jerome. Nato, in origine, come guida turistica sul Tamigi, mantiene alcune digressioni storiche e curiosità sui luoghi toccati dalla barca ed è considerato uno dei massimi capolavori umoristici di tutti i tempi.

Il lavoro, di qualunque natura, è visto dai protagonisti come il male massimo del mondo. La barca costituiva per loro l’idea del riposo assoluto, ma la vita sull’acqua li costringe a darsi da fare e a non sprofondare nel dolce ozio che tanto bramavano.
La “barca” in qualunque forma, sia reale, che letteraria, che yogica, spinge ad attivare le nostre energie. Anche se trasportati dall’acqua serve darsi da fare, rafforzarsi. E ricordarsi di sorridere e di gustarsi i nuovi panorami che in questi mesi vedremo praticando.
Ah, e per poter leggere al meglio consiglio la posizione più semplice, con le ginocchia piegate: forniranno così ottimo appoggio e faranno da leggio per le vostre letture estive.


Giulia Pretta

Una mangiatrice di libri e di buon cibo. Un'indossatrice di classici e di dettagli vintage. Incarnante di ogni clichè.

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