halasana booksdetails

Yoga for readers: Halasana e i buoni propositi di primavera

26 Aprile 2018

I cambi di stagione portano ai temuti buoni propositi. La primavera in particolare è periodo in cui ci si vuole liberare delle zavorre, sia mentali che fisiche, dei mesi invernali. Si sente il bisogno di leggerezza, di pulizia: si lustra la casa da cima a fondo, ci si ripropone di cambiare abitudini alimentari e stile di vita, si bandiscono i pensieri negativi e si assorbe quanto più sole possibile. Eh sì, si pensa anche alla prova costume, non neghiamolo.
Le pulizie di primavera servono a favorire un ricambio energetico, a buttare via il vecchio e a far spazio per cose nuove e, si spera, migliori. Dalle vecchie scarpe ai pensieri deleteri tutto vola dalla finestra (o negli appositi contenitori della differenziata) e fa spazio al nuovo. Una posizione invertita che può essere utile in questo senso è halasana detta anche “posizione dell’aratro” (hala in sanscrito)


Per entrare in posizione bisogna distendersi a terra, supini.
Le braccia vanno lungo i fianchi con i palmi in giù e si portano le ginocchia al petto. Premendo sulle mani e attivando il core, si stacca da terra il bacino portando i piedi in alto oltre la testa. A questo punto si sostiene la schiena portando le mani verso il bacino per aiutare la schiena a rilassarsi e le gambe a distendersi: i piedi vanno verso il tappetino.
Le gambe sono parallele alla terra: il mento va contro lo sterno e le scapole toccano il suolo. I piedi vanno, finché si riesce, verso il tappetino: se non si arriva a toccare con i piedi la terra si possono usare dei supporti come il mattoncino messo in verticale. Solo se i piedi toccano terra le braccia possono tornare lungo il tappetino intrecciando le mani per aprire meglio le spalle, altrimenti continuiamo a sostenerci e ad allentare le tensioni della schiena. Si può restare in posizione respirando normalmente equilibrando sforzo e rilassamento.
Per uscire dalla posizione si riportano le mani a terra con i palmi in giù e, attraverso l’attivazione della muscolatura addominale, si riaccompagna la schiena a terra lentamente, una vertebra alla volta. Halasana aiuta a distendere e a rendere più flessibile la spina dorsale, aumenta la capacità di concentrazione e massaggia gli organi interni aiutando l’apparato digerente. Tonifica e massaggia fegato, pancreas, milza e reni e stimola l’attivazione e il riequilibrio di ipofisi e tiroide. Sconsigliata se si soffre di problemi cervicali o si è durante le mestruazioni.
Già il fatto di essere una posizione invertita consente di attivare le energie del corpo in maniera differente rispetto al solito. L’evocazione poi dell’immagine dell’aratro è molto potente: un aratro apre la terra, traccia solchi e crea lo spazio per la semina del nuovo che cerchiamo a primavera. Uno dei migliori esempi su quanto il cambiamento sia importate è il romanzo biografico di Elizabeth Gilbert Mangia Prega Ama.

Così smisi di costringermi a scegliere- Italia? India? Indonesia? E ammisi che volevo conoscere tutti e tre i paesi. Quattro mesi per ciascuno […] Per me non erano tanto luoghi da esplorare, altri viaggiatori lo avevano fatto prima di me; quello che mi interessava era indagare un aspetto di me stessa sullo sfondo di ciascun Paese. Volevo imparare l’arte del piacere in Italia, l’arte della devozione in India e, in Indonesia, l’arte di bilanciare l’uno e l’altra.

Elizabeth è una scrittrice e una giornalista di un certo successo. Ha un bel matrimonio, una bella casa e una vita stimolante. Ma superata la soglia dei trent’anni con lo spettro della maternità e di un matrimonio che non riesce e non vuole più far funzionare, entra in crisi. Decide quindi che è ora di scoprire veramente se stessa e per farlo ha bisogno di un anno intero diviso tra Roma, India e Bali alla ricerca di ogni aspetto del suo Io più profondo. Con una decisione che ai suoi amici sembra folle e priva di senso, parte per questa avventura per cercare di capire che lei sia e quali siano i suoi desideri e i suoi bisogni.
Il romanzo è diventato famosissimo dopo la trasposizione cinematografica con Julia Roberts e Javier Bardem. Un bel film per un romanzo che mescola la biografia, il racconto di viaggio e qualche accenno antropologico, ma che è soprattutto incentrato sulla ricerca del Sé e su cosa serva o meno alla nostra vita e a noi per funzionare al meglio. Le famose frasi “adesso mollo tutto e scappo” e “Less is more” vengono qui ampliate in maniera tutt’altro che banale, con una speciale attenzione all’aspetto devozionale che è trattato in maniera approfondita nei capitoli sull’India, ma che percorre l’intera narrazione come riferimento sotteso. Elizabeth in questo viaggio lungo un anno è come se stesse tracciando un lungo solco nel terreno, come se fosse un aratro pronto ad accogliere la nuova semina per ricostruire la sua vita. Quello che cerchiamo di fare tutti noi, piante, uomini e animali, ogni primavera. Non abbiamo tutti la possibilità di un anno così a contatto con le diverse sfaccettature del nostro Io, ma sicuramente praticando con costanza possiamo scavare i nostri piccoli solchi di aratro, un pezzetto alla volta.


Giulia Pretta

Una mangiatrice di libri e di buon cibo. Un'indossatrice di classici e di dettagli vintage. Incarnante di ogni clichè.

booksdetails.wordpress.com